Bergamo, 30 novembre 2010 - Dopo Pisa, Firenze, Roma e Milano, la protesta del mondo della scuola contro la riforma del ministro Gelmini è approdata anche a Bergamo. Dalle 10 di martedì mattina, infatti, gli studenti universitari e quelli delle scuole superiori della città hanno dato vita ad una manifestazione, sfilando per le vie del centro e paralizzando il traffico automobilistico a Porta Nuova.

Per fortuna tutto si è svolto in maniera pacifica, senza scontri tra i giovani e le forze dell’ordine, anche se non sono mancati attimi di tensione. E’ successo quando alcuni studenti dell’Università di Bergamo, per circa un’ora, dalle 10 alle 11, hanno bloccato il viale delle Mura, all’altezza di Porta S.Agostino, l’accesso più trafficato che conduce in Città Alta, esponendo uno striscione con scritto “No alla riforma della D-istruzione”.

Si è trattato di un blitz improvviso, non comunicato alla Questura: i ragazzi si sono seduti in grupo sotto la storica Porta di Bergamo e solo dopo un’ora hanno accettato l’invito degli agenti della Digos e hanno continuato la protesta in Università. “Abbiamo deciso di scendere in piazza perchè anche Bergamo non può stare zitta di fronte a questa riforma che ci nega il diritto allo studio sancito dalla Costituzione Italiana”, hanno spiegato gli organizzatori dell’iniziativa, che prima di alzarsi e liberare il passaggio hanno letto gli articoli della Carta Costituzionale.
 

Altri momenti di nervosismo si sono verificati all’istituto “Natta”, allorchè una decina di giovani sono saliti sul tetto dell’edificio per gridare il loro no alle novità previste dal disegno di legge e hanno esposto quattro striscioni, tra i quali spiccava quello con la scritta “Ci vogliono ignoranti, ci avranno ribelli”. Nel cortile dell’istituto si erano radunati ragazzi di diverse scuole, mentre all’interno, in alcune classi, le lezioni sono proseguite regolarmente.

In un comunicato stampa, gli studenti del “Natta” saliti sul tetto fanno sapere che “vogliamo lanciare un forte segnale di protesta agli studenti di Bergamo per far sì che anche altri studenti si mobilitino. Il decreto Gelmini non ci garantisce un fututo sicuro, ma solo un futuro da precario se si è fortunati, altrimenti da disoccupati”.