Trescore, 26 ottobre 2010 - Quattro chili di cocaina purissima pronti per essere immessi sul mercato dello spaccio della Bergamasca. E che invece hanno fatto finire dietro le sbarre tre presunti trafficanti: due fratelli di Monasterolo del Castello, di 32 e 21 anni, e un insospettabile pensionato di 68 anni, residente a Macherio, in provincia di Monza. L’arresto del terzetto è stato effettuato dai carabinieri venerdì mattina pochi minuti prima delle 12, a Trescore Balneario.
 

Alcuni militari in borghese, fingendosi dei clienti interessati all’acquisto dello stupefacente, hanno avvicinato i corrieri e, non appena questi ultimi hanno tirato fuori dalla loro Mercedes Classe A la droga, li hanno immediatamente bloccati e ammanettati. In precedenza, la zona era stata circondata da altri carabinieri e i tre non hanno avuto alcuna possibilità di fuga.

La cocaina era divisa in otto panetti chiusi con del cellophane e del nastro adesivo di colore marrone. La successiva perquisizione dell’abitazione dei due fratelli a Monasterolo ha consentito agli investigatori di rinvenire mille e ottocentocinquanta euro, suddivisi in 37 banconote da 50 euro, tre assegni bancari, due da 10mila euro e uno da 12mila, due confezioni di narcotest, 2,60 grammi di marijuana e 3,80 grammi di hascisc, nascosti in un barattolo che si trovava in cucina.
 

L’inchiesta che ha portato all’arresto dei tre presunti trafficanti è partita dalla Guardia di Finanza di Trieste.
Le indagini, effettuate con pedinamenti e intercettazioni telefoniche, hanno poi permesso alle Fiamme Gialle di risalire ai due fratelli bergamaschi e al loro complice brianzolo. Dell’inchiesta sono stati quindi avvertiti i carabinieri di Bergamo.
 

Ieri i tre presunti trafficanti sono stati interrogati nella casa circondariale di via Gleno dal giudice delle indagini preliminari Gianni Petillo, che ha convalidato l’arresto e ha disposto nei loro confronti la misura della custodia cautelare in carcere.
 

Il pensionato si è avvalso della facoltà di non rispondere, mentre il 32enne si è accollato tutta la responsabilità affermando che il fratello e il 68enne erano all’oscuro di tutto e non sapevano che sulla vettura era stata nascosta la droga. Il giovane ha spiegato al giudice di aver organizzato tutto da solo, e di aver chiesto al fratello e al pensionato di accompagnarlo all’appuntamento.