Orio al Serio, 12 ottobre 2010 - E’ finita a Orio al Serio la latitanza di un 63enne romeno considerato dagli inquirenti il capo di un’organizzazione specializzata nella clonazione di bancomat e carte di credito. L’uomo, conosciuto con il soprannome di “zio” (come lo chiamavano i suoi complici), è stato arrestato sabato mattina dai carabinieri del comando provinciale, nel corso di un semplice controllo stradale.

Il malvivente è stato sorpreso dai militari vicino all’aeroporto di Orio a bordo di un’auto appena noleggiata, condotta da un connazionale di 24 anni domiciliato a Curno. Con sè aveva alcune carte di credito contraffatte, 2.500 euro in contanti e un lingotto d’oro del peso di 50 grammi, acquistato on-line proprio mediante una carta clonata. Agli investigatori è bastato un accertamento di identità per scoprire che sul romeno pendeva un mandato di cattura europeo.

Sul suo conto indagava da più di un anno la Procura di Roma. Lo “zio” circolava in Europa con documenti contraffatti, e, stando alle contestazioni, installava agli sportelli automatici degli istituti di credito più conosciuti, sofisticate apparecchiature che intercettavano i codici delle carte di credito e svuotavano decine di conti correnti. La tecnica utilizzata dalla banda di contraffattori, composta soprattutto da cittadini romeni, era semplice: dopo aver installato le apparecchiature agli sportelli bancomat, i dati “rubati” durante le operazioni delle ignare vittime venivano inviati via sms ai complici, che provvedevano poi alla clonazione delle carte.

Queste ultime venivano successivamente utilizzate per effettuare ingenti acquisti in centri commerciali e noti siti di shopping on-line. Solo a Roma, secondo quanto ricostruito dai carabinieri, l’organizzazione aveva speso 50 mila euro. I malviventi, in seguito, rivendevano la merce su Internet, facendosi pagare con vaglia postali. Cinque componenti della banda, di cui il 63enne romeno è sospettato di essere il capo, erano finiti in carcere a maggio.

Un’altra dozzina, invece, erano riusciti a rendersi irreperibili. Il romeno, dopo essere stato interrogato nella caserma di via delle Valli, sede del comando provinciale dei carabinieri, è stato trasferito in una cella della casa circondariale di Bergamo, in via Gleno, dove nelle prossime ore sarà interrogato dal giudice delle indagini preliminari. L’uomo, se lo vorrà, potrà fornire la sua versione agli inquirenti oppure, come gli consente la legge, avvalersi della facoltà di non rispondere. Il gip dovrà poi decidere in merito alla convalida dell’arresto e la misura cautelare da adottare.