Comune senza avvocato condannato a pagare un milione di euro. Il sindaco: "Non sapevamo della causa"

Il Tar di Brescia ha condannato il Comune di Dalmine a restituire poco più di 1 milione di euro alla Promo Engineering Spa. La vicenda risale al 2010, con una maggioranza diversa da quella che regge attualmente il paese di Michele Andreucci

Tribunale (foto d'archivio)

Tribunale (foto d'archivio)

Dalmine, 30 luglio 2015 - Una sentenza inattesa, che potrebbe pesare come un macigno sul bilancio dell'amministrazione comunale. Il Tar di Brescia, infatti, ha condannato il Comune di Dalmine a restituire poco più di 1 milione di euro alla Promo Engineering Spa. La vicenda risale al 2010, con una maggioranza diversa da quella che regge attualmente il paese, quando l'azienda aveva deciso di ricorrere alle vie legali con l'obiettivo di annullare il provvedimento del dirigente del settore edilizia privata.

Il documento negò il permesso di costruire per "cambio di destinazione d'uso e varianti in corso d'opera al permesso a costruire n.16 del 28 ottobre 2009 - lotto 2" su un immobile a Sabbio, in via Provinciale. L'amministrazione non ha mai inviato un avvocato a difendere la propria posizione, come conferma la sentenza dei giudici bresciani: "Non è dato sapere di conoscere quali siano le ulteriori considerazioni della pubblica amministrazione che dimostrerebbero l'inutilità della censura stessa in discorso".

Il Comune ora ha deciso di presentare ricorso, per evitare un salasso economico difficilmente sostenibile. "Per noi è stato un fulmine a ciel sereno - sottolinea il sindaco Lorella Alessio -. Non ne sapevamo nulla. Questa causa era caduta nel dimenticatoio perchè la passata amministrazione non si è costituita. Noi naturalmente ora abbiamo deciso di opporci, perchè, date le difficoltà economiche, 1 milione di euro è una cifra molto importante".