All'Università la Carta dei diritti e dei doveri scritta dagli studenti. Quinto: non copiare

Università, la Carta dei diritti e dei doveri. Così alla richiesta di una valutazione imparziale agli esami segue il divieto di copiare di Giuseppe Purcaro

La Carta è stata elaborata direttamente da ragazzi e ragazze. In nove articoli anche un appello ad agire con lealtà e correttezza nella redazione di elaborati e testi e di rispettare ambienti e strutture

La Carta è stata elaborata direttamente da ragazzi e ragazze. In nove articoli anche un appello ad agire con lealtà e correttezza nella redazione di elaborati e testi e di rispettare ambienti e strutture

Bergamo, 18 marzo 2015 - Una prova di democrazia diretta. Di lealtà e impegni. All’università di Bergamo gli studenti e le studentesse sono i protagonisti. Ieri è stata presentata dal rettore Stefano Paleari e dal prorettore Remo Morzenti Pellegrini la Carta dei diritti e dei doveri degli studenti e delle studentesse, approvata dal consiglio di amministrazione dell’Università.

Questa sorta di «costituzione interna» della principale risorsa dell’Ateneo, e cioè i futuri laureati, vanta un primato: è stata scritta direttamente dagli studenti ai quali il rettore ha di fatto «ceduto la penna». «È un esempio di una crescita qualitativa e quantitativa del nostro ateneo - ha detto Paleari -. Con questa Carta comprendono di far parte di una comunità. Abbiamo dato loro in mano l’intera fase istruttoria». Nei nove articoli, i diritti ma anche i doveri: norme di comportamento, didattica, verifica del profitto e tanto altro per vivere al meglio l’ateneo. Così alla richiesta di una valutazione imparziale agli esami segue il divieto di copiare.

Soddisfatti i rappresentanti degli studenti: «L’Ateneo bergmasco è una realtà felice per chi studia. Lo si capisce da come è nata questa Carta che, nella parte relativa a noi studenti, è stata creata da noi e approvata al 100% dal senato accademico», dice Marco Bonomelli, 25 anni, studente di Economia e membro del cda dell’Università. «L’università è per noi studenti scuola di cittadinanza e non solo un esamificio» ha aggiunto Marco Cuccui, 23 anni, studente di Diritto dell’Uomo e anche lui membro del cda.

Parla di «inclusione» un’altra studentessa, Rita Pescatore, 24 anni, che frequenta Giurisprudenza e siede nel Senato accademico. «È stata una opportunità unica far scrivere direttamente la carta degli studenti ai diretti interessati - dice la giovane - . È anche di rilievo il fatto che, rispettando le pari opportunità, anche nel titolo si sia voluto evidenziare il ruolo delle studentesse».

E a proposito di pari opportunità, il rettore ha inquadrato la filosofia dell’Ateneo bergamasco: «Noi diamo pari opportunità di partenza per tutti i ragazzi, aspiranti frequentatori dell’università, ma è inevitabile che i punti di arrivo di ciascuno di essi siano diseguali: in altre parole, l’egualitarismo non ha spazio qui da noi».

«Gli Studenti diversamente abili iscritti all’Università - aggiunge il professor Morzenti - hanno il diritto di usufruire di sussidi tecnici e didattici specifici nonché di beneficiare del supporto di appositi servizi di tutorato specializzato. Non è ammesso alcun comportamento discriminatorio di qualsiasi natura. L’Università s’impegna a rimuovere ogni forma di discriminazione e a formare l’intera comunità accademica ai valori della tolleranza e della cooperazione, in un’ottica di valorizzazione delle diversità e secondo una prospettiva di inclusione».