Calcioscommesse, Doni allontana i sospetti su Colantuono

Il calciatore afferma di non ricordarsi della chat sotto indagine, in cui si fa riferimento all'"allenatore", a "mr" e "ds" e spiega che Crotone-Atalanta del 2012 non era stato combinato

Cristiano Doni

Cristiano Doni

Cremona, 22 aprile 2015 - Prosegue l'inchiesta Calcioscommesse con un interrogatorio all'ex capitano dell'Atalanta Cristiano Doni presso il procuratore di Cremona, Roberto Di Martino. Era stato l'ex tecnico della Dea, Stefano Colantuono, indagato nell'ambito dell'inchiesta per frode sportiva a chiedere che Doni, arrestato nelle fasi iniziali delle indagini, fosse nuovamente interrogato in relazione a quella chat che mise nei guai l'allenatore in cui l'ex calciatore faceva riferimento a all'«allenatore», a «mr», inteso come mister, e «ds» (direttore sportivo) alla vigilia dell'incontro finito Crotone-Atalanta, del 2012 finito 2 a 2. Doni avrebbe detto di non ricordarsi, a distanza di anni, di quella chat ma che l'incontro non era stato combinato.

Assistito dell'avvocato Salvatore Pino, durante il colloquio con il magistrato avrebbe detto: «Credevo che dopo quattro anni fosse chiaro che il gruppo di Erodiani (uno degli scommettitori bolognesi, ndr) era composto da ciarlatani che cercavano notizie sulle partite, ma non avevano la possibilità di truccarle». Si allontana, inoltre, l'ipotesi di un interrogatorio dell' allenatore della nazionale Antonio Conte che aveva ricevuto l'avviso di conclusione delle indagini con l'accusa di frode sportiva in relazione a fatti di quanto era tecnico del Siena. C'erano stati dei contatti tra i suoi legali, Francesco Arata e Leonardo Cammarata e la Procura in vista di un interrogatorio ma, forse per evitare il clamore che avrebbe inevitabilmente causato l'incontro, Conte ha preferito la via di una memoriale per respingere totalmente le accuse.