«Ha ucciso Yara», raid punitivo. Pestata la gemella di Bossetti

Calci e pugni da tre uomini. «Ma non smetto di dire che è innocente». Un autista: l’anno scorso vidi il muratore pregare sulla tomba della ragazzina di Gabriele Moroni

Letizia Laura Bossetti, sorella di Massimo, ripresa da Matrix

Letizia Laura Bossetti, sorella di Massimo, ripresa da Matrix

Terno d'Isola, 19 settembre 2014 - «Sono terrorizzata. Ma non toglietemi la possibilità di dire che mio fratello è innocente. Per me lo è». È una donna più che spaventata, ferita nel fisico e nel morale Laura Letizia Bossetti, la sorella gemella di Massimo Giuseppe Bossetti, il muratore di 43 anni in carcere per l’omicidio di Yara Gambirasio. Ma non desiste dalla sua battaglia a sostegno dell’innocenza del fratello. Contro di lei, in meno di un mese, si è sviluppata una impressionante spirale di violenza. Fino alla brutale aggressione, al pestaggio, con calci e pugni, di mercoledì pomeriggio. Il primo episodio nel pomeriggio del 29 agosto. Un Suv segue la donna mentre sta rientrando nella sua abitazione ad Almenno San Salvatore. La donna ha l’impressione che vogliano caricarla a forza. Si rifugia in casa, inseguita da improperi contro il fratello, pronunciati in italiano. Quando torna ad affacciarsi, trova un giornale che parla di Yara e del suo presunto killer. Il 5 settembre a Terno d’Isola, ancora di pomeriggio, Laura Letizia Bossetti esce dal negozio di un parrucchiere per raggiungere il grande condominio dove vivono i genitori. Deve assistere il padre, Giovanni, da tempo gravemente malato. Un padre ormai solo anagrafico, dopo che la genetica ha svelato che i due fratelli sono figli dell’autista di pullman Giuseppe Guerinoni. Sono in tre come nella prima aggressione. Spinte, strattoni, urla rivolte all’«assassino Bossetti». Parrebbero stranieri, forse slavi. Anche questa volta il legale della famiglia, l’avvocato Benedetto Maria Bonomo, presenta una denuncia conto ignoti nella stazione dei carabinieri di Calusco d’Adda.

Fino all’aggressione di mercoledì. Laura Letizia Bossetti aveva parcheggiato l’auto nel garage dell’abitazione dei genitori a Terno d’Isola. Ancora una volta sono in tre, non mascherati, carnagione scura, sbucati forse da una porta di sicurezza trovata aperta. Si avventano sulla donna colpendola ripetutamente con calci e pugni al viso e alla pancia, lanciando invettive contro il fratello. Laura Letizia Bossetti crolla priva di sensi. Gli aggressori si dileguano, avvistati da un paio di vicini. Mentre sul posto arrivano la polizia municipale e i carabinieri di Ponte San Pietro, la sorella di Bossetti viene trasportata al pronto soccorso di Ponte San Pietro, medicata e dimessa dopo qualche ora. Il settimanale «Giallo» pubblica la testimonianza di Gino Crepaldi, un autista di Ciserano, che sostiene di avere scorto Bossetti, il 10 o l’11 settembre di un anno fa, mentre pregava sulla tomba di Yara.