Martedì 23 Aprile 2024

Bimbi rom abituati a un certo stile di vita. Lasciarli soli non è reato di abbandono

Bergamo, la sentenza del gup assolve un padre bosniaco. La bambina era stata trovata da sola sulla scalinata delle Poste centrali in via Locatelli e riportata al genitore di Michele Andreucci

Tribunale (foto d'archivio)

Tribunale (foto d'archivio)

Bergamo, 19 dicembre 2014 - I bambini zingari sono abituati a rimanere da soli per parecchio tempo e conoscono perfettamente lo stile di vita nel quale sono destinati a crescere. E’ questo il senso delle motivazioni della sentenza con cui il giudice dell’udienza preliminare Tino Palestra ha assolto un cittadino rom, Murat Halilovic, 48 anni, di origine bosniaca, vedovo con dieci figli nati tra il 1987 e il 2012, finito nei guai per abbandono di minore.

L’1 settembre scorso una pattuglia della polizia locale aveva trovato la figlia dell’uomo, di 7 anni, lasciata sola sulla scalinata prospiciente l’ingresso dell’edificio delle Poste centrali, in via Locatelli. Nel motivare l’assoluzione dell’uomo, il gup spiega che nel rappoprto dei vigili «non si precisa (lo avrebbero scritto) se allarmata o piangente o comunque in difficoltà, non si specifica (lo avrebbero scritto a maggior ragione) se in attività di richiesta di elemosine, o se semplicemente tranquilla e rassegnata ad attendere qualcuno e più in generale rassegnata alla sua condizione sociale. Men che meno - è il ragionamento del giudice - sappiamo da quanto tempo la bambina fosse lì, e chi ce l’avesse portata e se fosse una abitudine, e se andava a scuola, e dove e con chi viveva, perchè nessuno glielo ha chiesto. La stessa polizia locale sa tuttavia chi è questa bambina, così sa chi è il padre, e dove sta ad accattonare durante la giornata, tanto è vero che nel giro di poche decine di minuti la piccola viene riconsegnata all’uomo».

I vigili non avevano ritenuto di dover attivare nessuna agenzia di sussistenza. «E la reazione dell’ordinamento giuridico - scrive il giudice - è costituita dalla disposizione del Procuratore minorile , che si limita a disporre il riaffidamento della bambina al genitore, di fatto valutando come non abbandono - nel senso pregnante del termine - ciò che l’Halilovic aveva appena fatto, e così chiudendo l’incidente». «Di qui – conclude il gup – la realistica insostenibilità della ulteriore persecuzione penale dell’imputato, non dimenticandosi che la grave fattispecie dell’articolo 591 non può configurarsi in un semplice - e programmaticamente momentaneo - ‘lasciare solo’ un bambino, quando tale circostanza non espone quest’ultimo a nessun tipo di pericolo: ciò che avviene - dirlo sembra cinico, se non addirittura venato di razzismo, ma è semplicemente realistico - quando i bambini stessi sono abituati a queste situazioni, e conoscono perfettamente lo stile di vita nel quale sono destinati a crescere; e si ripete, senza che lo Stato-tutela ritenga di intervenire in qualche modo».