Bambino morto a Cusio, il padre: "Jessica temeva che le togliessero Patrick. Sono certo, l’ha premeditato"

Il padre del bambino: "Jessica viveva solo per lui. Non ci siamo mai sposati e tantomeno abbiamo convissuto. Siamo stati assieme tutti e tre per le vacanze" (FOTO DEL LUOGO DELLA TRAGEDIA) di Rocco Sarubbi

Marco Lorenzi (De Pascale)

Marco Lorenzi (De Pascale)

Ponteranica (Bergamo), 30 agosto 2014 - È toccato a lui riconoscere il corpo del figlio. Un compito ingrato e straziante a cui Marco Lorenzi, 40 anni, papà del piccolo Patrick (avrebbe compiuto dieci anni a febbraio, frequentava le elementari del paese) non ha potuto sottrarsi. «I carabinieri mi hanno detto che era necessario, e allora sono partito subito per il Monte Avaro, a Cusio, in piena notte. Quando ho visto il suo corpicino, composto in quel garage, vicino al rifugio, sono scoppiato a piangere. Non sono riuscito a trattenermi: troppo forte quella scena. Sulla parte sinistra del volto aveva delle macchie di sangue».

Marco Lorenzi, di Ponteranica, titolare di un negozio di videogiochi in via Ruggeri da Stabello, ha il volto scavato, tirato. Da giovedì notte non ha ancora chiuso occhio. Non c’è tempo. Ripensa a Patrick, alla mamma Jessica e questa tragedia, un dramma che forse si poteva evitare.

«Secondo me ha agito con fredda premeditazione. Temeva che i Servizi sociali, che da tempo erano a conoscenza della nostra storia e la seguivano, le avrebbero portato via Patrick, e questo avrebbe significato rinunciare anche ai soldi che le davo per mantenersi. A fine agosto, primi giorni di settembre, era già stato fissato un appuntamento con loro per prendere una decisione. Non ha voluto aspettare e ha deciso lei, anche per Patrick. L’ultima volta che l’ho sentita? È stato mercoledi sera, le ho inviato un sms e mi ha risposto che andava in montagna in tenda e portava anche il bambino. Secondo me aveva già in testa il suo piano diabolico. Era depressa? No, ma aveva dei problemi, quello sì».

Marco Lorenzi e Jessica Mambretti (i suoi genitori sono separati, ha una sorella che si chiama Veruska ed è titolare di un maneggio a Trezzo d’Adda) si erano conosciuti nel negozio di lui, in via Ruggeri da Stabello. Un incontro da cui è nato Patrick. Ma i due non sono stati mai una vera coppia. «Non ci siamo mai sposati, e tantomeno abbiamo convissuto».

E di questo il loro bambino ne soffriva parecchio. «Il suo desiderio era quello di vederci come genitori veri. Ma tra me e Jessica le cose hanno preso un’altra piega — continua Marco Lorenzi —. C’è stato un momento, quando abitavamo a Pontida (Patrick aveva solo tre anni) che abbiamo fatto un tentativo, ma è ben presto naufragato. Soltanto in occasione delle vacanze, come questa estate (due settimane in Croazia) siamo stati assieme tutti e tre, e Patrick era felice. Dopo il fallimento dell’esperimento di Pontida, io ho deciso di tornare a vivere a casa dei miei, qui in via Canera, a Ponteranica, mentre Jessica e Patrick si sono stabiliti in un appartamento che si trova nella stessa via, quasi di fronte a me. Io e mia madre abbiamo sempre provveduto a tutto, all’affitto dell’appartamento, alle altre spese. Del resto lei non lavorava, e non voleva saperne di fare qualcosa. Viveva sempre attaccata a Patrick, fino alla fine». rocco.sarubbi@ilgiorno.net