Badante reclama arretrati, lui imbraccia il fucile: "Volevo solo spaventarli"

"Sul posto sono giunti i carabinieri di Treviglio, allertati dalla moglie dell’operario, che hanno arrestato il 47enne per minacce e porto illegale di arma in luogo pubblico"

Un fucile da caccia (foto di repertorio)

Un fucile da caccia (foto di repertorio)

Calcio, 29 luglio 2016 - Poteva avere conseguenze drammatiche il litigio scoppiato mercoledì sera, intorno alle 22, a Calcio, all’esterno di uno stabile in via Umberto I. Tutto è iniziato quando una immigrata della Sierra Leone, accompagnata da un cugino, ha raggiunto l’appartamento di due anziani coniugi, reclamando dalla figlia dei due il pagamento degli ultimi sei mesi del suo lavoro di badante al servizio dei genitori. I toni della discussione si sono ben presto alzati e la figlia dei pensionati, allarmata, ha chiamato con il suo cellulare il marito. L’uomo, un operaio di 47 anni, incensurato, residente a Calcio, si è messo al volante della sua auto e ha raggiunto velocemente via Umberto I. Quando è sceso dalla vettura, ha imbracciato un fucile calibro 22, senza colpo in canna, ma con quattro proiettili inseriti nel caricatore. Il 47enne si è avvicinato con fare minaccioso all’extracomunitaria e ha punta l’arma contro di lei e il cugino. Quest’ultimo non si è però fatto intimorire e si è avventato contro l’operaio. Durante la colluttazione, il fucile è caduto a terra ed è stato preso e nascosto in un campo circostante dal figlio del 47enne, che in questo modo ha voluto evitare guai peggiori al genitore.

Nel frattempo sul posto sono giunti i carabinieri di Treviglio, allertati dalla moglie dell’operario, che hanno arrestato il 47enne per minacce e porto illegale di arma in luogo pubblico. «Non volevo sparare a nessuno - ha dichiarato l’operaio ieri, durante il processo per direttissima in tribunale a Bergamo -. Volevo solo spaventare la badante e suo cugino, che erano molto aggressive con mia moglie. Quando mi ha chiamato al telefono era molto agitata e preoccupata. Non è stata pagata per il suo lavoro, perchè ervamo d’accordo che era in prova per sei mesi. Comunque era nostra intenzione non avvalerci più del suo aiuto, in quanto lasciava per troppo tempo soli i miei suoceri, che sono anziani e necessitano di aiuto», ha sottolineato il 47enne imputato per spiegare e giustificare quanto successo. Il processo è stato rinviato a domani mattina, sabato 30 luglio.