Boom di spaccate e rapine nei negozi. Telecamere e dissuasori contro i furti

Un progetto di Ascom Bergamo per difendere i commercianti. Fra le soluzioni, una videosorveglianza collegata direttamente con le forze dell’ordine di Giuseppe Purcaro

Rapinatori durante una spaccata con mazza ai danni di una gioielleria

Rapinatori durante una spaccata con mazza ai danni di una gioielleria

Bergamo, 12 settembre 2014 – Dissuasori mobili anti spaccate a prova di carro armato e un sistema di videosorveglianza direttamente collegato con le forze dell’ordine e nato nell’ambito di un protocollo d’intesa nazionale che permette, tra le altre opportunità, di applicare la cosiddetta flagranza di reato differita: in altre parole la possibilità di procedere al fermo del ladro e del rapinatore usando come elemento probatorio le immagini del filmato, sollevando il commerciante dalla spesso piacevole situazione di dover identificare anche mesi dopo il presunto autore dell’atto criminoso.

Ascom Bergamo si attiva ancora una volta per dare sicurezza a quanti operano nel settore commerciale, sempre più vittima di furti e rapine. Un progetto che punta a una sempre più stretta collaborazione tra istituzioni, forze di polizia, associazioni e operatori commerciali. La nuova veste del Progetto Scudo realizzato grazie alla collaborazione di Securshop, azienda di Treviglio specializzata nella protezione dei negozi, garantisce ogni ad attività commerciale la possibilità di collegare il proprio sistema di videosorveglianza direttamente con le forze dell’ordine a fronte di un piccolo investimento di 29 euro al mese.

La seconda convenzione, firmata con l’azienda Alba Electronic, di Pedrengo, garantisce una consulenza gratuita per l’installazione di dissuasori mobili automatici o manuali, proposti a prezzi agevolati: questo per proteggere i soci Ascom e le proprie vetrine dalle sempre più frequenti spaccate con auto ariete. Nella convenzione è inclusa anche l’assistenza tecnica 24 su 24 ore.

«Spaccate, furti, rapine non solo verso benzinai, tabaccai, gioiellieri, farmacie, ma anche verso esercizi al dettaglio alimentari e anche i centri commerciali stanno aumentando. Tutto questo penalizza il negoziante, con danni psicologici e materiali, tanto che tra i commercianti secondo una indagine Confcommercio Censis (2013), c’è la sensazione (l’83% di imprenditori intervistati) che questo aumento di criminalità è dovuto proprio alla crisi economica. E il costo sostenuto per attrezzarsi contro il microcrimine è pari a 3.000 euro ad azienda — ricorda Paolo Malvestiti, presidente Ascom ed egli stesso vittima di ben cinque episodi criminosi negli ultimi anni —. È una situazione penalizzante che non aiuta la crescita economica, che ha invece bisogno di un contesto sicuro, dove prevale la piena collaborazione tra imprese, associazioni e forze dell’ordine che per fortuna a Bergamo non manca».