Venerdì 19 Aprile 2024

Padre accoltellato, il figlio resta in carcere ma potrebbe essere affidato a una comunità

Il ragazzo davanti al gip: "Non c'è stato nessun litigio. Ho visto mio padre con le mani in tasca, pensavo che volesse impugnare qualche arma per poi aggredirmi" di Rocco Sarubbi

I carabinieri hanno condotto le indagini

I carabinieri hanno condotto le indagini

Bergamo, 28 gennaio 2015 - Resta in carcere con l’accusa di tentato omicidio il ragazzo di 22 anni residente a Casnigo che domenica pomeriggio ha accoltellato il padre di 57 anni, ferendolo alla gola. Un fendente che gli ha leso la giugulare e sfiorato la carotide. Interrogato ieri in via Gleno dal giudice delle indagini preliminari, Raffaella Mascarino, il giovane, assistito dall’avvocato Massimo Rocchi, è apparso frastornato per quanto è successo. Incalzato dalle domande del magistrato, ha fornito la sua versione dei fatti, un racconto a tratti sconclusionato, a dimostrazione del fatto che il giovane arrestato, da tutti descritto come un bravo ragazzo, incensurato e appassionato di musica (suona le tastiere), stia attraversando un momento particolarmente delicato.

«Non c'è stato nessun litigio – ha raccontato al gip – Ho visto mio padre con le mani in tasca, pensavo che volesse impugnare qualche arma per poi aggredirmi». Apparentemente, però, il padre non aveva alcun motivo per aggredirslo. Fatto sta che il figlio è andato in cucina ed ha afferrato un coltello, con il quale ha colpito il genitore. Tutto questo sotto gli occhi della sorella di soli 16 anni. Una situazione di totale confusione, quella dell’arrestato, in parte riconducibile alla fine della sua relazione con la fidanzata, che risalirebbe al febbrario del 2014, e in parte alla mancanza di un lavoro fisso. A dire il vero settimana scorsa era stato assunto in una ditta della sua zona, ma il venerdì era già stato licenziato. Ma a casa i genitori, sia il papà, autostrasportatore, molto conosciuto nella Val Gandino anche per il suo impegno nel volontariato, sia la mamma, non gli hanno mai fatto pesare nulla. Il loro è sempre stato un rapporto normale: mai un litigio, e una discussione.

Domenica scorsa, secondo il suo racconto, il ragazzo avrebbe ricevuto su facebook in mattinata dei messaggi (forse inviati da alcuni amici) che lo avrebbero innervosito. Pare che il contenuto facesse riferimento proprio alla fine della sua storia d’amore. Ad un certo punto avrebbe chiesto al papà di poter andare in chiesa a pregare.Invece, una volta uscito, è salito in auto ed ha comiciato a vagare senza meta. È arrivato fino a Ponte San Pietro, dove, forse per una distrazione, è finito in auto contro il muro di cinta di un’abitazione. Alcune persone che hanno assistito alla scena hanno invitato il ragazzo a fermarsi e poi lo ha accompagnato al Policlinico di Ponte San Pietro per farsi medicare. Qui ha chiamato il papà che lo ha riaccompagnato a casa, e più tardi è avvenuta l’aggressione. Subito dopo, resosi conto della situaizone, lo stesso ragazzo ha soccorso ilpadre e quando sono arrivati i carabinieri, allertati dalla sorella, si è consegnato senza problemi.Per il momento resta in carcere ma non è escluso che il suo avvocato possa chiedere il trasferimento alla comunità di don Fausto Resmini per essere seguito da uno psicologo.