Valmorea (Como), 23 aprile 2014 - In una gabbia, sono stati persino trovati quattro cuccioli di pochissimi giorni accanto alla mamma morta, una femmina di segugio che occupava una delle tante gabbia messe ora sotto sequestro dalla Guardie Zoofile dell’Enpa di Como. L’accesso all’allevamento San Clemente di via Garibaldi a Valmorea, è avvenuto alla vigilia di Pasqua, probabilmente su segnalazione di qualcuno che sospettava delle cattive condizioni sanitarie in cui vivevano i cani. I responsabili dell’Enpa, si sono così trovata davanti a 128 cani le cui condizioni di igiene e salute sono state ritenute tali da motivare il sequestro e l’affido temporaneo immediato degli animali.

In particolare, hanno subito notato la gabbia con i quattro cuccioli di pochi giorni accanto a una femmina adulta ormai morta, ritenuta la fattrice. In altri due box, c’erano sei cani completamente ricoperti di parassiti, ma le condizioni degli altri 117 cani, tutti di tipologia segugio, non erano migliori. Erano stipati in 34 gabbie di pochi metri quadrati, giudicati in condizioni igieniche pessime e tenuti in condizioni non adeguate alle loro caratteristiche naturali. Inoltre, durante l’accertamento, è stato notato che i box non erano dotati di sistemi di raccolta degli escrementi, che venivano raccolti e ammassati in terreni anche agricoli accanto alle gabbie. In altri casi, le centraline di scolo trovate alle spalle di alcuni box, erano completamente intasate, e quindi non in funzione.

Dal punto di vista della nutrizione dei cani, i funzionari dell’Enpa hanno trovato ciotole dell’acqua vuote, pezzi di pane secco gettati sopra le gabbie, e quindi esposti a insetti e roditori che potrebbero essere portatori di infezioni e malattie. Infine, non sono stati notati spazi esterni adeguati a far correre e circolare i cani, ma nemmeno a estrarli dai box per consentire le pulizie: una situazioni che li ha portati a ipotizzare che anche durante le operazioni di lavaggio, i cani dovessero rimanere nei box. La quasi totalità degli esemplari controllati era priva di microcip, obbligatorio per legge.

Ora, dopo la segnalazione in Procura del sequestro e delle condizioni in cui è stato trovato l’allevamento, partiranno gli accertamenti per verificare le autorizzazioni di cui era dotata la struttura, ma anche per individuare le figure dei responsabili. Per ora viene ipotizzato il reato di abbandono di animali, in attesa di valutare eventuali estremi di maltrattamento o altre ipotesi di reato. Nel frattempo il personale del Servizio Veterinario della Asl di Como, che ha presenziato all’accesso e agli accertamenti, ha preso in carico i sei cani trovati nelle condizioni peggiori, oltre alla carcassa della femmina che sarà sottoposta a esami. Gli altri sono stati affidati a una associazione di volontariato che si occupa di difesa degli animali.

di Paola Pioppi