Capodolcino (Sondrio), 21 febbraio 2014 - Caprioli alla fermata del bus cercano riparo per sfuggire alla morsa del freddo e della neve, scesa abbondante su tutta la Valle Spluga. Altri gironzolano per la frazione di Fraciscio, lungo il viale del cimitero a Campodolcino o fanno visita alla casa del farmacista nel bel mezzo del centro abitato stazionando nel suo giardino in cerca di cibo. «La neve di quest’anno sta mettendo in seria difficoltà gli animali selvatici - osserva Gregorio Luigi Fanetti, ex sindaco di Campodolcino -. Camosci, cervi e soprattutto caprioli non supereranno l’inverno che rischia di fare una strage di ungulati. Un cervo è precipitato in località Acqua delle Scale, sopra le Corti di Campodolcino, ed è facile presumere che molti altri faranno la stessa fine». Fanetti lancia un’idea: «Propongo una petizione per chiedere la moratoria della caccia agli ungulati in Val San Giacomo per un anno. Credo sia necessario introdurre un periodo di stop forzato alla caccia per consentire il ripopolamento dei selvatici e garantire nei boschi la presenza di camosci, cervi e caprioli che rendono più attrattive le località turistiche della nostra valle».

L'iniziativa, lanciata attraverso la sua pagina personale di Facebook e accompagnata dalla tenera immagine del capriolo che attende la corriera, ha suscitato in breve tempo l’interesse di numerosi internauti che hanno espresso un sentimento di adesione alla petizione. Per avere un quadro più preciso, ci siamo rivolti all’agente della Polizia provinciale che opera in Valchiavenna. «Sicuramente l’inverno e le forti nevicate della stagione in corso portano con sé inevitabili difficoltà di sopravvivenza per la fauna selvatica - osserva -. Ma queste sono le leggi della Natura e si ripetono ogni inverno. È prematuro stabilire se il tasso di mortalità degli ungulati aumenterà più che lo scorso anno ma è indubbio che i piani di abbattimento per la caccia saranno come sempre calibrati in base ai capi che saranno censiti. Ciò significa che, se ci dovessero essere saranno meno ungulati, risulterebbe inferiore anche il numero di esemplari cacciabili».

I guardaccia hanno ricevuto segnalazioni di caprioli in difficoltà. «Il capriolo è l’animale che soffre di più la neve perché ha le zampe corte - viene riferito -. Siamo intervenuti più volte per realizzare dei sentieri nei terreni innevati che consentissero il passaggio dei capi in punti strategici». Chi si occupa della tutela della fauna selvatica sottolinea: «Gli ungulati sanno resistere al freddo e non necessitano di foraggio, che anzi può risultare dannoso perché d’inverno i ruminanti mangiano molto meno. C’è troppa disinformazione su questi temi e, nella maggior parte dei casi, l’uomo con i suoi comportamenti fa più danni agli ungulati della Natura. Per esempio, utilizzando le motoslitte in quota oppure avvicinandosi troppo per scattare una fotografia».