Milano, 2 febbraio 2014 - Chi ospita in casa un animale è ben consapevole della specificità e dell’irripetibilità del rapporto con il proprio quattrozampe. Per compredere come si evolve il fenomeno della presenza degli animali nelle famiglie italiane è bene però volgere lo sguardo a una dimensione piú ampia. Stando ai recenti dati del Rapporto Italia dell’Eurispes quattro italiani su dieci vivono con un animale: il pet “preferito” è il cane (53,7%), seguito a ruota dal gatto (45,8%). Da un confronto con la precedente rilevazione emerge un calo: si è infatti passati dal 55,3% (dati 2013) all’attuale 39,4% di italiani che ha in casa almeno un animale. Da cosa dipende questa diminuzione?

I fattori, spiega l’analisi, sono molteplici e per comprendere il dato sarà indispensabile verificare l’andamento delle future rilevazioni. Non essendo diminuito l’amore per i quattrozampe, il dato potrebbe essere legato al moltiplicarsi di impegni quotidiani (che rendono complesso occuparsi adeguatamente di un pet), a una maggiore consapevolezza della responsabilità connessa all’adozione ma anche agli effetti della crisi economica.

Infatti, come emerge dalla sezione dell’indagine elaborata con il contributo della Fnovi, la crisi colpisce anche gli amici a quattro zampe. Il 34,7% degli esperti interrogati ha infatti riscontrato una drastica diminuzione delle spese veterinarie. Non solo: secondo quasi la metà dei veterinari (48,2%) sono aumentati negli ultimi anni i clienti che chiedono aiuto per affidare ad altri i propri animali, non riuscendo a sostenere le spese per mantenerli. Un fenomeno toccato con mano anche dalle associazioni del territorio. «Registriamo casi di abbandono a causa della crisi, anche se percentualmente non si tratta di un fenomeno consistente rispetto al numero complessivo di ingressi» spiega l’associazione Mondo Gatto di Milano.

Quando l’arrivo di un ospite al rifugio è connesso a difficoltà economiche dichiarate, come si gestisce il rapporto con chi lascia l’animale alla struttura? «I gatti che accogliamo sono sempre trattati allo stesso modo - spiegano dall’associazione -. Certampagina Facebook dedicataente quando chi lascia l’animale lo fa con dolore e non abbandona il trasportino fuori dalla struttura o finge allergie, si cerca di non “infierire”, si è umanamente piú indulgenti». Ma anche nell’orizzonte a tinte fosche della crisi, non mancano confortanti sorprese. «Abbiamo notato che nonostante il momento di ristrettezze non è calato il numero delle adozioni. Le famiglie aprono il loro cuore, nonostante la crisi, magari tagliando sulle spese superflue».

di C. D.

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