Milano, 3 gennaio 2014 - Cumuli di rifiuti, spazzatura e sporcizia accumulata per anni. Dentro l'abitazione in stato di abbandono e in condizioni igienico-sanitarie disperate, cinque gatti e una tartaruga, allo stremo delle forze. Questo lo scenario infernale che si sono trovate davanti agli occhi le guardie zoofile Oipa intervenute all’interno di un appartamento sigillato per sfratto nella periferia sud di Milano. Il sopralluogo è scattato a seguito di una segnalazione riguardante la probabile presenza di animali all'interno della struttura. 

Chi abitava quei locali non ci viveva più da mesi. Solo sporadicamente tornava sul posto per gettare del cibo ai felini, non curandosi di informare l’ufficiale giudiziario, che pochi giorni fa ha apposto i sigilli, della presenza degli animali, abbandonati al loro destino: al buio, senza cibo né acqua, completamente immersi nei rifiuti, ad attendere una fine atroce. 

Con difficoltà le guardie zoofile OIPA sono riuscite a catturare i gatti, in un caso dovendo ricorrere all’uso di una gabbia trappola: gli animali erano infatti terrorizzati. Sono stati  affidati alle cure del gattile comunale di Milano, dove è stato appurato che il gonfiore addominale che li caratterizzava era causato da una enorme quantità di parassiti intestinali. La tartaruga, trovata in un piccolo secchio in poche dita d’acqua putrida, è stata ricoverata in una clinica veterinaria specializzata perché affetta da un’infezione.

In attesa dell’esito degli esami veterinari approfonditi a cui sono stati sottoposti gli animali, le guardie zoofile OIPA stanno predisponendo una denuncia nei confronti del proprietario per maltrattamento di animali. “Purtroppo ci imbattiamo sempre più di frequente in casi in cui il disagio degli animali è lo specchio del disagio estremo delle persone – sottolinea Paola Papi, Coordinatrice guardie zoofile OIPA di Milano e provincia – Ci auguriamo che il muro dell’indifferenza verso quello che accade a pochi metri da noi venga abbattuto e che gli affidi di cani e gatti siano sempre più monitorati affinché non siano le stesse associazioni o rifugi ad alimentare queste drammatiche situazioni di “accumulo” di cose e animali”.

di C. D.