Milano, 9 luglio 2013 - Il miglior amico dell’uomo. Questo è il modo con il quale di solito si definisce il cane al quale inoltre si riconoscono una lunga serie di doti come la fedeltà, la dedizione, la lealtà, la abnegazione. Oggi c’è un nuovo motivo per considerare il cane e più in generale gli animali domestici come una componente essenziale della vita dell’uomo. Un recentissimo lavoro scientifico pubblicato a cura della prestigiosa American Heart Association sulla rivista Circulation e basato su una attenta valutazione della letteratura scientifica disponibile, ha dimostrato come la convivenza con un animale domestico ed in particolare con un cane sia in grado di proteggerci dalle malattie cardiovascolari, una delle grandi piaghe della nostra società nella quale sono ancora la prima causa di morte. In particolare le raccomandazioni impartite dalla AHA citano letteralmente che “Il possesso di un animale domestico, in particolare il possesso di un cane, è molto probabilmente associato con una riduzione del rischio di malattie cardiovascolari.”


Questa affermazione è associata ad una raccomandazione conseguente sostenuta da un solido livello di evidenze che suggerisce come condividere la propria vita con una animale domestico (soprattutto un cane) possa essere una strategia ragionevole per ridurre il rischio di malattie cardiovascolari.
Naturalmente il grande vantaggio legato al possesso di un cane in termini di prevenzione cardiovascolare è la maggiore attività fisica che viene imposta al possessore il quale non solo deve assecondare l’animale nella sue esuberanza fisica, ma anche ne deve seguire i ritmi vitali realizzando con maggiore facilità quelle raccomandazioni proposte dalla linee guida sulla prevenzione cardiovascolare che suggeriscono di camminare di buon passo per almeno 30 minuti al giorno.

Se noi ci facciamo carico anche solo del 50% della gestione del nostro cane è molto probabile che raggiungiamo tale livello di attività senza problemi e con esso riduciamo il nostro profilo di rischio cardiovascolare. A ciò consegue una riduzione significativa del peso corporeo cui corrisponde una minore incidenza di obesità tra i possessori di cani. Il vantaggio in questo caso non sarebbe solo dipendente dalla maggiore attività fisica, ma da una sorta di maggiore motivazione individuale che viene dalla capacità dell’animale di favorire la aderenza ai programmi di controllo del peso corporeo favorendo la rimozione degli ostacoli psicologici all’ inattività ed alla assunzione immotivata di cibo.

Tra gli effetti favorevoli degli animali domestici nei confronti dell’apparato cardiovascolare un contributo primario si realizzerebbe anche attraverso un migliore controllo della pressione arteriosa che è stato riportato da numerosi studi condotti anche mediante l’impiego delle più moderne tecniche di misurazione pressoria (es. monitoraggio ambulatorio delle 24 ore). In aggiunta i possessori di cani presentano livelli più contenuti di colesterolo e trigliceridi ed il risultato si conferma anche a parità di attività fisica condotta. Tale aspetto appare assai interessante in una logica incentrata sul beneficio legato alla presenza dell’animale. Nell’ambito degli effetti favorevoli che gli animali domestici esercitano nei confronti del nostro cuore e della nostre arterie, uno dei più interessanti è la riduzione significativa della reazione da stress che sempre caratterizza la nostra reattività individuale a momenti di difficoltà o di esagerato impegno, soprattutto professionale.

In questa ottica sono rilevanti le evidenze che dimostrano come vivere la vita insieme ad un animale domestico sia esso cane o gatto, determini una significativa riduzione della risposta allo stress che si traduce in un minore aumento della pressione arteriosa e della accelerazione immotivata del battito cardiaco (tachicardia o cardiopalmo). Poichè entrambe queste condizioni sono direttamente correlate alla “usura” del nostro apparato cardiovascolare appare chiaro che limitarne l’impatto può essere estremamente vantaggioso soprattutto se ciò può essere fatto attraverso il rapporto affettivo con un essere vivente piuttosto che con i farmaci ansiolitici. È interessante come la protezione dello stress sia un fenomeno descritto nei possessori di cani e gatti, ma dati analoghi sono stati documentati in possessori di animali meno “domestici” come scimmie, capre, serpenti ed anche pesci.


Un singolo studio avrebbe dimostrato un effetto favorevole nei confronti dello stress anche per il possesso “virtuale” di animali basato sulla visione di un video che li ritrae, anche se il livello di evidenza è molto discutibile ed il livello di interazione fisica inesistente. I medesimi vantaggi descritti in precedenza e soprattutto quello relativo alla maggiore serenità davanti alle avversità psicologiche si applicano anche alla prevenzione di ulteriori malattie cardiovascolari nei pazienti con un pregresso infarto miocardico per i quali il possesso di un animale domestico potrebbe determinare un effetto additivo a quello assodato della terapia farmacologica con evidenti ricadute favorevoli in termini di prognosi clinica e già ampiamente dimostrate dalla letteratura scientifica.


In un mondo apparentemente avviato verso il proprio declino, la percezione che una delle ancore di salvezza per la nostra salute cardiovascolare possa essere la assidua frequentazione con un animale domestico apre un innegabile spiraglio di serenità. 

di Claudio Borghi

*Cattedra di Medicina Interna Dipartimento Scienze Mediche e Chirurgiche Università di Bologna