Spuntano più oasi per la maternità. Ma se si allatta fuori casa è deserto

Viaggio con le mamme tra servizi all’avanguardia e occhiatacce

Le mamme nel bistrot Mamusca

Le mamme nel bistrot Mamusca

Milano, 26 maggio 2016 - "Siamo in netta minoranza, i bimbi sono una rarità, e a volte è davvero difficile inserirli in società, farli accettare". Sembra paradossale ma è il “ritornello” che accompagna questo viaggio fra le mamme, in una Milano a due facce: se è vero che è all’avanguardia per spazi, reti, iniziative, una donna che allatta può creare ancora scandalo. L’ultimo episodio, con una mamma “cazziata” dal commesso di un negozio al Lorenteggio, è venuto a galla dopo il suo sfogo sui social, ma quando si apre il vaso di Pandora i casi e le occhiatacce saltano fuori.

Da alcuni anni è partito un progetto per cercare di rendere Milano più "mamma-friendly". La storia ha inizio nell’estate del 2011 con il "Copia e incolla". "Vai in vacanza e vedi un progetto carino? Portalo in valigia", l’invito dell’amministrazione comunale. E una cittadina era tornata da un paesino del Nord Europa con un bel souvenir. La prima area “happy popping” spuntò all’anagrafe di Milano. Poi contagiò i musei civici a partire dalla Galleria d’Arte Moderna, che ospita uno spazio ad hoc. L’appello, infine, venne lanciato ai privati, in collaborazione Radiomamma: oggi sono una trentina i pit-stop per le mamme che allattano. Uno dei primissimi è stato "Mamusca", nel quartiere Dergano. Alla regia c’è Francesca Rendano, tre figli al seguito, l’ultimo di 13 mesi. "La mia famiglia è lontana, mi sono dovuta creare un’attività su misura – racconta –. Così è nato questo spazio, due anni e mezzo fa". Mamusca è un bar, libreria, laboratorio. Al mattino arrivano le mamme a fare colazione e si tengono corsi, a pranzo si mangia insieme e si allatta in compagnia. Nelle sedie a fianco ci sono single e nonne, che non si scandalizzano. Luca Maestri non ha figli ma è di casa, ha scritto pure una canzone su Mamusca, sulle note di “Quelli che” di Jannacci. "All’inizio avevo paura dei bimbi, poi mi sono abituato", scherza.

"Io allatto ovunque – racconta Laura Mori –. Non so se mi guardano male, cerco di non farci caso e di concentrarmi sul mio bambino. L’Oms consiglia di allattare sino ai 2 anni, ma la generazione prima della nostra non è abituata, la domanda è sempre: quando lo svezzi? È un vizio, non serve più. Io ho avuto un problema all’inizio e mi sono rivolta al consultorio. Grazie al problema ho trovato una rete, altrimenti sarei sola". "Anch’io ho sempre allattato ovunque, chiedendo il permesso – continua Francesca –. Per fortuna non ho mai avuto spiacevoli episodi". Qualche aneddoto curioso però c’è. La sua attività è stata premiata per la "responsabilità sociale". Alla cerimonia si è presentata con una mamma e un pargolo. "Signora, se piange però deve uscire", l’ordine all’ingresso. "Ho ricordato al signore che anche lui è stato bambino. Al primo gridolino la presentatrice ha rotto il ghiaccio, 'siamo felici di avere in sala un bimbo'. La mia non voleva essere una provocazione". È la natura, che bellezza. Ma che fatica.