La guerra per gli agoni. Guardiapesca bastonato

Bracconaggio, tensioni e denunce. La Provincia ora vuole cambiare il regolamento. Due pescatori pizzicati a calare in acqua il classico quadrato quando la stagione non era ancora cominciata l’hanno aggredito di Daniele De Salvo

Un pescatore (foto repertorio)

Un pescatore (foto repertorio)

Lecco, 5 agosto 2015 - Guardie e ladri sul Lario. Le guardie sono i guardiapesca, i ladri i bracconieri o pescatori di frodo di agoni, che hanno preso a bastonate i primi, «colpevoli» di averli sorpresi in azione al largo di Varenna e Bellano. L’episodio è avvenuto alla metà di giugno, ma a rivelarlo è stato solo l’altro giorno Stefano Simonetti, nella duplice veste di presidente della Fipas, la Federazione italiana di pesca sportiva di Lecco e di consigliere provinciale, in occasione dell’ultima riunione istituzionale a Villa Locatelli.

In base a quanto ha riferito e alle relazioni agli atti due pescatori pizzicati a calare in acqua il classico quadrato quando la stagione non era ancora cominciata hanno aggredito verbalmente e fisicamente un guardiapesca provinciale e altri tre volontari della Federazione. Uno lo hanno colpito letteralmente a mazzate, con fendenti al capo e ad un braccio. Per placare gli animi e scongiurare il peggio sono poi dovuti intervenire anche i carabinieri di Mandello a cui non è stato riservato un trattamento migliore. I due sono stati denunciati, i pesci catturati e l’attrezzatura confiscati, mentre il malcapitato preso a legnate ha terminato il turno di servizio in ospedale. Ma l’episodio ha offerto all’ex assessore ai Lavori pubblici pure l’occasione per sollecitare per il futuro l’inaugurazione anticipata della pesca all’agone.

«Quest’anno la stagione avrebbe potuto essere aperta una settimana prima per la grande quantità di freghe di agoni – spiega -. Così non è stato e a rimetterci sono stati come sempre i pescatori onesti, perché quelli di frodo che non hanno rispettato i tempi e i divieti hanno di fatto «rubato» la maggior parte dei pesci». Gli illeciti riscontrati sono stati parecchi, come le sanzioni e le confische. Ma oltre ad una politica più flessibile sulla regolamentazione della pesca il numero uno della Fipas e consigliere sollecita pure interventi per tutelare maggiormente i «suoi» guardapesca volontari, una ventina in tutto, a cui a settembre potrebbero aggiungersene – almeno si spera – altri grazie ad un nuovo corso. «Occorrerebbe prevedere un’azione sinergica con gli operatori delle forze dell’ordine perché noi in quanto volontari non abbiamo molti mezzi per difenderci e nemmeno di coercizione, siamo esposti alle reazioni a volte sconsiderate delle persone che dobbiamo multare».